giovedì 16 aprile 2015

#23 sette motivi per (non) fare l'anno all'estero

Si sa che l'anno all'estero è una magnifica esperienza, una di quelle cose che davvero cambiano la vita e che rimarrà una storia da raccontare ai nipotini tra cinquant'anni ed essere in assoluto la best nonna in town. Ma si sa anche che prima di partire si hanno dei dubbi e ci si pone la fatidica domanda: "posso farcela?". La risposta, mi dispiace dirvelo, dovrete trovarla da soli, io vi propongo solo alcuni "motivi per non partire", ovvero una lista di cose più o meno difficili a cui dovrete far fronte nel caso decidiate di lasciare casina e fare il salto nel vuoto.

  1. Lingua. Partiamo dallo scontatissimo, ma è (o almeno può essere) un problema. Siete pronti a scoprire quanto realmente sapete la lingua del Paese in cui state andando? Il problema non sono le chiacchiere al bar con la signora di ottant'anni che, sebbene sembrino suoni inarticolati e siano difficili da capire, non hanno molta importanza. Mi riferisco a tutte le situazioni in cui la lingua vi servirà davvero, per parlare magari di cose specifiche, quando dire "quello, lì, questa" non è abbastanza. Un esempio potrebbero essere i vari uffici amministrativi o pubblici (come si dice bonifico? ricevuta?) oppure gli ospedali in cui, fidatevi!, il lessico specialistico serve eccome.
  2. Differenze culturali. Un altro Paese è sempre un altro paese e le differenze culturali diventeranno all'ordine del giorno (e magari riuscirete anche a trarne qualche bella storia per i sopracitati nipotini). Al primo momento di shock, si passa poi all'apprezzamento estatico e infine si sbarca nell'insofferenza. Quelle differenze che tanto vi avevano affascinato inizialmente ora non vi piacciono più così tanto e iniziate a non sopportarle, preferendo le care vecchie abitudini di casa (che, sicuramente, sono il modo giusto di fare le cose).
  3. Pregiudizi e stereotipi. Forse è scontato farlo presente, ma ci si imbatte anche in loro. Alcune volte ci si ride su, altre si cerca il dialogo costruttivo in cui si spiega come stanno realmente le cose, dopo un po' ci si stanca e basta. Personalmente, sorrido sempre quando la gente fa allusioni alla mia possibile natura mafiosa, forse perché non penso credano realmente a quello a cui alludono, ma faccio fatica a reggere le domande nate dalla pura ignoranza. Per chiunque all'estero, un italiano è un super religioso con un accento vagamente siciliano che mangia solo pasta, gesticolando peggio di un mimo, mentre corteggia/viene corteggiato senza sosta sotto un sole cocente anche a Dicembre. Munitevi di pazienza e autoironia.
  4. Distanza da casa. "Ma dai, casa non mi mancherà per niente, non vedo l'ora di andarmene da questo schifo di città." Questa la frase che ci siamo sentiti pronunciare più e più volte, ma attenzione. Partire per l'anno all'estero non vuol dire capitare a New York e fare balotta tutte le sere, è invece molto più probabile che finiate in un paese dimenticato da Dio circondato da campi di grano a perdita d'occhio. E quella casa che dicevate tanto di odiare, invece, vi mancherà. Vi mancheranno le vostre strade preferite, le abitudini della vostra famiglia, anche la scuola. Non perchè vi stiate trovando male nel posto in cui andrete, ma perchè dopo una vita non potete più agire in automatico, ma dovete prestare attenzione a come fate le cose/a cosa fate ancora una volta. E scoprirete che il mondo è grande e bellissimo, ma non c'è niente come casa-casa, anche in se è uno "schifo di città".
  5. Solitudine. E ad essere soli, siete pronti? Sarete circondati dalla vostra famiglia ospitante e dai vostri nuovi amici, ma sarà così diverso. Non ci saranno i vostri genitori con voi nè nessuna delle altre figure su cui eravate soliti fare affidamento. Sarete soli con voi stessi per molto più tempo di prima, sarete soli quando dovrete prendere alcune decisioni, sarete soli, un giorno ve ne accorgerete e avrà un sapore dolce-amaro. Sarete soli per la prima volta nella vostra vita e non sarà facile, ma una volta sperimentata la libertà, chi vuole tornare indietro? Sarete soli per la prima volta della vostra vita. Siete pronti?
  6. Cibo. Scritto da qualcuno che è andato in Inghilterra, questo punto potrebbe diventare un libro, ma cercherò di stringere, promesso. Prima di partire non avevo dato troppo peso al cambio di alimentazione e abitudini alimentari, ritenendole secondarie, ma non avete idea di quanto mi sia sbagliata! Prima di partire si è focalizzati solo sulle cose fantastiche che potranno succederci una volta messi i piedi a destinazione, ma una cosa quasi banale come il cibo gioca un ruolo fondamentale in innumerevoli fattori. Primo, abbiamo la sfortuna di essere nati nel Paese in cui si mangia meglio del mondo, quindi essere soddisfatti da qualche altra parte come dopo un pranzo dalla nonna sarà difficile. Secondo, il cibo per noi è una specie di culto e non solo un metodo di sostentamento. Intorno alla tavola ci si ritrova con la famiglia o gli amici, si discute, si vive insomma, non si mangia solamente e questa è una cosa che manca a tanti altri Paesi e che finirà per mancare anche a voi, che vedrete uno dei pilastri della vostra cultura essere ridotto a quasi niente. Terzo, il cibo è parte della cultura anche nel Paese in cui andrete, solo che in maniera e in forme diverse. Quando partite, quindi, dovrete essere pronti a smettere di bere il classico espresso al bar e provare il chai latte, per dire, e questo può essere difficile. Dovrete sperimentare i cibi (per quanto sospetti) della cultura in cui vivrete e smettere di cercare le lasagne per pranzo, se no che siete partiti a fare? 
  7. Limbo. E infine il limbo, come se tutto l'anno all'estero non fosse già difficile di per sè. Per limbo intendo quella situazione psicologica una volta rientrati a casa. Si è felici di essere di nuovo insieme ai propri cari e di aver smesso di preoccuparsi di tutti i punti precedenti, ma allo stesso tempo si sente la mancanza di tutto quello a cui ci si era abituati nel Paese ospitante. Le persone, i momenti, gli edifici, le tradizioni che avete conosciuto ed imparato ad apprezzare vi tireranno sempre indietro, bloccandovi nel limbo, in cui non saprete da che parte voler andare e in cui probabilmente dovrete solo imparare a vivere. Perchè casa non sarà più casa al 100%.
Quindi ditemi, voi siete pronti?

"Don't take your life for granted;
You only get once chance
You only get on life"

xx
Giulia


venerdì 10 aprile 2015

#22 flashback post - Edinburgh part I

ciao a tutti, come state?
io ho fatto l'operazione e mi riprendo velocemente (grazie a tutti per i messaggi e gli auguri su ask o facebook!), ma sono ancora in Italia e non credo che a nessuno interessato all'anno all'estero interessino i miei pomeriggi statici in una media città dell'Emilia.
Quindi ho pensato di parlarvi di qualcosa successo tempo fa, ma che non avevo mai avuto il tempo o la voglia di raccontare e che era stato poi quasi dimenticato, messo da parte a favore di altri argomenti o avvenimenti.
Sto parlando della gita organizzata da Interstudies (l'associazione inglese partner di WEP) a Edimburgo fatta in Ottobre e durata quattro giorni e tre notti (dal 24 al 27, mi pare).

Il primo giorno è stato quasi tutto incentrato sul viaggio Ramsgate-Edimburgo in treno. Era la prima volta che prendevo il treno in Inghilterra ed ero piuttosto tesa, anche perchè il viaggio durava circa sei ore ed era composto (per fortuna) solo da due cambi, ovvero Ramsgate-Londra e Londra-Edimburgo.
Una volta arrivata mi sono sentita sollevatissima e anche fiera di me stessa e, guardando in dietro, mi viene da sorridere pensando che quello era solo l'inizio di tutte le avventure e le difficoltà che avrei incontrato. Ma comunque.
In stazione la mia amica Alice era venuta a prendermi e, probabilmente sfinita dalle mie lamentele su quanto avessi fame in treno, si era presentata con un mega biscotto comprato apposta per me.
Rivedere qualcuno di conosciuto dopo quasi due mesi e soprattutto rivedere qualcuno a cui sono così legata è stato davvero bello, soprattutto se ci si ritrova in una città bella come Edimburgo.
Una volta cenato tutti insieme abbiamo avuto due ore libere per esplorare la città "by night" e Alice e io abbiamo provato per la prima volta quella che sarebbe stata una ricorrenza frequente in quei quattro giorni: ci siamo perse.


no comment

such a poser
Il giorno seguente, dopo la classica abbuffata a colazione come si conviene a dure turiste, con tutto il gruppo abbiamo fatto ben due tour su quegli autobus a due piani e all'aperto. Molto carini perchè ci hanno permesso di vedere la città da un'altra prospettiva e di coprire molti più chilometri di quanti ne avessimo potuto fare a piedi, ovviamente, ma, dovete sapere, che ad Edimburgo si congelava e tirava un vento freddo e fortissimo. è stata quindi una vera prova di resistenza, fare quelle due visite che però, nonostante i capelli in bocca, gli occhi che lacrimavano, le lenti a contatto fuse con i bulbi oculari e il freddo polare, sono stati bellini bellini. 
Italy+Belgium
Successivamente siamo andati a visitare il "Royal Yacht Britannia", ovvero un'imbarcazione reale la cui funzione effettiva mi è rimasta sconosciuta. E' stato comunque bello ed interessante, soprattutto la parte riservata al personale in cui ho fatto duecento foto a cose inutili come valigie, grate e cartoline.


 Infine la sera abbiamo partecipato ad una specie di "horror" tour della città in cui un tizio vestito da vampiro e sicuramente sottopagato data la pubblica umiliazione a cui deve sottoporsi ogni sera ci ha fatto fare un giro nei luoghi "infestati" della città mentre un complice sbucava fuori da tutti i nascondigli possibili nel bel mezzo del racconto così da farmi venire circa sedici infarti.

-e per oggi è tutto. pubblicherò la seconda parte della visita nei prossimi giorni.
stay tuned and have a nice day people.

xx
Giulia.